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«392 LIBRO Ma ci basti l’aver fatta eli questi breve menzione; e passiamo a dire più stesamente di alcuni altri cui si farebbe ingiuria col nominarli sol di passaggio. anno. Rechiamone un saggio in alcuni versi sulla fine dell’ ultimo libro. Mantua Musarum domus inclita, Mantua cantu Andino aetherei sedes etata Tonantis, Quae mihi si dabitur, nec erunt crudelia fata, Carminibus celebrata meis ab origine prima Qualiscusmque sui non carmina spernet alumni, At famuhnu Aldegathnm dignabitnr case Mar uni Time majorc tuba, tua tunc majore cocthurno Inclita gesta canam. Di questo stesso poeta conservavasi in Modena presso il sig dott Giambattista Morelli il cominciamento di un altro poema in lode dell’antico Ercole dedicato ad Ercole I duca di Ferrara, intitolato Herculeidos. Non sono che vent’ otto versi, poichè il restante forse è perito, e forse comincia: Herculis arma cano, duros et in orbe labores, Quos tulit immerito saeva (sic) insidiante noverca Irarum causas odiique aperite furorem Pierides, ec. E accenna qui l’altro già indicato poema sopra i Giganti: Bella impia cantu Terrigenum cecini vestro, et cum munere vestro, ec. Io credo che da questo poeta non sia diverso quel Marcantonio Aldageto mantovano, di cui nella Biblioteca de’ MSS. di S. Michel di Murano si è pubblicata un’elegia in morte di Galeotto signor di Faenza, la quale avvenne nell’anno 1488 (Bibl. flfSS. S. Midi, p. 16, ec.). Quattro libri finalmente di Elegie dell’Aldegati si conservano nella Laurenziana in Firenze, e una relazion diligente con diversi saggi delle medesime ce