Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 3, Classici italiani, 1824, IX.djvu/167

TERZO | 381 si trasferì che nel 1515 (Vita del card. Cort. ib. t. 1, p. 19). Anzi io credo ch’ei non morisse che dopo il 1525. Perciocchè il Casio, che in quell anno pubblicò gli Epitaffj degli Uomini illustri già morti, di lui ivi non parla; ma bensì nel supplemento, ove annovera i morti tra ’1 i5a5 c ’I i528 (Epit. p. 70); e par che c indichi ch’ ei morisse in età di oltre ad ottant’ anni, dicendo: Stette ottant’ anni pel Parnaso colle. E io credo innoltre ch’ei venisse a finire i suoi giorni in questa sua patria; perciocchè vedremo che alcuni letterati modenesi, che vissero circa la metà del secol seguente, si vantarono di averlo avuto a maestro, mentre egli in sua casa leggeva or uno, or l’altro degli antichi scrittori. Ma per diligenze ch’ io abbia fatte, non mi è avvenuto di trovarne accertata testimonianza. Quindi il mentovato sonetto del Pellenera dovette esser composto su qualche falsa voce della morte del Sassi, come altre volte è avvenuto (*). Moltissime sono le poesie sì (*) Le mie congetture intorno alla morte di Panfilo Sassi non sono state fallaci; non così quella del luogo della sua morte; perciocchè egli morì nel settembre del 1527, non in Modena, ma in Longiano nella Romagna, ove era podestà pel co. Guido Rangone signor di quel luogo. Così narra Tommasino Lancellotto scrittor di quei' tempi nella sua Cronaca ms. di Modena, e il passo in cui si narra tal morte, era già stato pubblicato dal ch. dott Barotti nelle sue note alla Secchia Rapita (c. 3, st. 61); ma io non l avea per anco avvertito.