Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 3, Classici italiani, 1824, IX.djvu/155

TERZO l36lj il maestro delle sillabe. Ebbe innoltre tra suoi amici Battista Guarino, tra le cui Poesie latine si legge un’elegia a lui scritta in occasion delle nozze del medesimo Luca (Carm, p. 76). Ei vivea ancora nel 1507, come raccogliesi dalla dedica che il Giraldi in quell’anno gli fece del suo Trattato intorno alle Muse. Di questo valoroso Reggiano niuna menzione fa il Guasco nella sua Storia letteraria di quella città, e nondimeno non doveva egli esser (passato sotto silenzio, benchè niuna cosa, ch’io sappia, ce ne sia rimasta. XIV. Siegue poscia il Giraldi annoverando più altri poeti che in Ferrara e nelle altre città degli Estensi ebber fama di eleganti poeti. E prima ei nomina Lodovico Bigo Pittori ferrarese, poco lontan di tempo, dic egli, dai' poeti or mentovati, di cui ci restano moltissime poesie. Tra esse le giovanili e le amatorie sono le più pregiate; perciocchè, quando egli si volse a coltivar la pietà, e a scriver di cose sacre, ne fu migliore la vita, ma più infelici i versi. Molte in fatti sono le poesie latine che abbiam del Pittori, delle quali si può vedere il catalogo presso il Borsetti (l. c.p. 329). Anzi egli stesso nell’ultimo libro de’ suoi Epigrammi si vanta del molto numero de’ suoi versi: Tres et viginti panxit mea Musa libello«, l’raeter in Angelicas scriptum opus excubias. Un’ elegia da Battista Guarino a lui scritta sembra indicarci ch’egli avesse a suo scolaro il Pittori; e ci mostra ancora la stima che il Tirauoscui, Fot. IX., 10