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TERZO 1367 Namque modo ostendit tua nobis scripta Metellus, Quem fratri comitem rura dedere meo. Illis quid potuit numeris ornatius esse Quae vis, ingenii gratia quanta tui? Sic ego Nasonem, sic te, jucunde Properti, Sic quoque te video, culte Tibulle, loqui; Ecce novum per te Latio decus additur, et jam Vate suo tollit se Mutinensis ager. Carni, p. 46Pare che Tribraco morisse prima del duca Borso, cioè verso l’anno 14 /1 j perciocché tra le molte poesie che di lui son rimaste, non ve n’ ha alcuna in cui parli o. della morte di quel gran principe, o di Ercole I come di duca di Ferrara. Delle suddette poesie però non se n ha alcuna alle stampe. In questa biblioteca Estense trovasi un poemetto in lode di Borso. intitolato Divi Ducis Borsi Estensis triumphus per Tribrachum Mutinensem. Rechiamone il principio per saggio della vena di questo poeta: Rursus ab Ausonio venientes vertice Divae Estensem memorate Ducem, qui fortibus armis Pacifer imperium Latia producit! in ora, Hespeniasque tuetur opes, qui saecula priscis Temporibus meliora facit, ec. Un altro poemetto sul furore di Ercole conservasi nella Riccardiana in Firenze (Cat Bibl. ricc, p. 369). Più altri componimenti che se ne hanno in due codici ferraresi, uno del march Cristino Bevilacqua, l’altro del dott Giannandrea Barotti, si annoverano distintamente dal ch ab Zaccaria (Ann. letter. dItal. t 3, p. 670, ec.). Alcuni altri se ne veggono indicati nella Biblioteca di Konigsberg (V. Bessellii