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magnifieamente; e fra le altre cose rammenta che da una ambasciata fatta al pontefice riportato avea il titolo di conte: Pontifici summo placuit facundia nostra, Qui comitis titulum jussit inesse rnihi (*). i XII. Alla corte medesima di Ferrara fiorirono circa lo stesso tempo due altri poeti, modenese il primo, l’altro reggiano, cioè Tribraco e Lucio o Luca Riva, i quali son qui nominati dal Giraldi tra’ poeti migliori di questa età {/. ciL). Appena vi La chi ci parli del primo, di cui (*) Altre notizie intorno a Lodovico Carbone si posson vedere nelle Memorie degl’illustri Ferraresi del ch. dott Barotti (t. 1, p. 35), il quale ne ha ancor pubblicate alcune poesie. Ma assai più copiose ancora sì intorno alla vita, che intorno alle opere del Carbone, son quelle che l’eruditiss P. Verani mi ha gentilmente dirette, e che sono state inserite nel t. XVII di questo Giornale modanese, ove fra le altre cose con nuovi monumenti confermasi ciò che il Barotti ha rivocato in dubbio, cioè che il Carbone fosse anche professore in Bologna; il che pure affermasi dall’ Alidosi (Dott. foresi, di Tr.ol. ec. p. 128). Lo stesso P. Verani, che avea-prima dubitato di ciò che dal Giraldi si afferma, cioè che il Carbone morisse di peste nel 1482, m’ha poi avvertito che narrandosi dal Borsetti sulle memorie di que’ tempi, che anche Lodovico Sandeo morì di peste nell’ anno medesimo, potè ciò avvenire ancor del Carbone; purchè concedasi ciò ch’egli ha dimostrato, cioè che a’ 24 di dicembre del detto anno ei recitò l orazione nella venuta a Ferrara del card Francesco Gonzaga. A ciò io aggiugnerò solamente che dell’ orazion funebre del Carbone in lode del duca Borso trovasi copia anche presso il ch. sig. D. Jacopo Morelli, e ch’ essa è seguita da un’ ode latina del duca Ercole, quam, dic’egli parlando col detto duca, praes tanti stimi:» Musicis tuis notaiuLim ccmciuendanupie iradidi.