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sembrano escluderne ogni dubbio. Poche notizie abbiam parimenti di Giusto de’ Conti da Valmontone romano. Nella prefazione premessa all’edizione delle Rime di questo poeta fatta in Firenze nel 1715 si son raccolti i pochi monumenti che intorno a lui si son potuti trovare; da’ quali traesi solamente, che essendo egli in Roma nel 1409, si accese di amore per una fanciulla che fu l’oggetto delle sue Rime; che morì poco avanti al 1452, e che fu sepolto nel celebre tempio di S. Francesco in Rimini eretto da Sigismondo Pandolfo Malatesta, ove tuttora si legge l’iscrizion sepolcrale che è la seguente: Justus Orator Romanus Jurisque Consultus D. Sigismundo Pand. Malatesta Pand.... F. Rege hoc saxo situs est. Ove è ad avvertire che Giusto non è già detto senatore romano, come comunemente si crede, ma solo oratore e giureconsulto. Della morte di Giusto abbiam l’epoca meglio accertata nella Cronaca Riminese pubblicata dal Muratori, ove all’anno 1449 così si legge: A’ dì xix di Novembre morì Messer Giusto da Vallemontone Dottore valente, e buon uomo, Consigliere del nostro magnifico Signore, et ebbe un solennissimo onore, e fu seppellito a S. Francesco (Script. Rer. ital. vol. 15, p. 965). Alla ristampa che di questo poeta si è fatta in Verona nel 1753, il conte Giammaria Mazzucchelli ha premesse le notizie della vita di esso; e a me dispiace di non averla veduta, che vi avrei forse trovati altri migliori lumi. Alle sue rime amorose ei pose il titolo di Bella Mano, perchè sovente ei fa menzione della mano della sua donna. E non vi è forse tra’ poeti di