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IX. Su» pome. « i356 LIBltO l’crsalitr.r di tutto il popolo, et ghe costò carissimo (ib. p. 400); e poco appresso parlando di un certo Teodosio Bruza, dice: et è peggio voluto lui... et Messer Tito Strozza dal popolo. che non è il Diavolo (ib. p. 4°i)• Chi di questi due testimoni meriti maggior fede, se il! poeta stesso, o l autor del Diario, io lascio che ognuno il decida per sè medesimo. Certo è nondimeno che l’odio popolare non è sempre argomento bastante a provare alcuno colpevole. Da altre poesie di Tito raccogliesi ch’ ei fu ambasciadore del duca Ercole a Roma, non so per quale occasione e che tornandone passò per Firenze, ove era stato ancora dodici anni prima (Carm. p. n5)} che due volte almeno fu alle sponde del lago di Garda (ib. p. 131); ch’ egli era stato in età giovanile a Ve- 1 nezia, ove avea ricevute molte dimostrazioni di affetto da Jacopo Antonio Marcello (ib. I p. 108). Io non ho trovata sicura memoria del tempo in cui egli morisse; ma certo ei morì prima di Ercole suo figlio, e perciò al più tardi ne’ primi mesi del i5o8. IX. Molte sono le poesie di Tito, e di ge- ] nere tra loro diverse, altre amorose, altre gra- i vi, altre satiriche. Oltre quelle che sono stampate, alcune altre inedite se ne conservano in questa biblioteca Estense, come quella De situ ruris Pelosellae indirizzata al march Leonello (*), e quella intitolata Voneroljcos, ossia (*) Alcune delle poesie inedite di Tito Vespasiano Strozzi, e quella singolarmente De Si tu ruris Pelosellae, e insieme la Prefazione sopra il libro della / ita