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l34o LIBRO alla Santa, il cui corpo a’ tempi di Martino V era stato trasportato a Roma. Tutto ciò veggasi più ampiamente disteso e provato da’ suddetti scrittori, i quali ancora ci danno un esatto catalogo di tutte l’opere sì pubblicate' che inedite di Maffeo, di cui pure ragionano il Fabricio (fi ibi. mcd. et inf. Latin, t. 5,p. 14 ec) e l’Oudin (De Script, eccl. t. 3, p. 2543, ec.). Molte di esse sono inserite nella Biblioteca de’ Padri (t. 26, ed. Lugdun.). Io non parlerò delle opere ascetiche e morali, tra le quali son molto pregevoli i libri de Educatione Liberorum, delle Vite di S. Bernardino da Siena, di s Monica, di S Agostino e di S. Pier Celestino, e di altri libri da lui scritti in prosa latina, nei’ quali egli usa di uno stile, per riguardo a que’ tempi, elegante e colto. Le opere poetiche debbon essere qui rammentate più distintamente. È celebre il libro da lui aggiunto all Eneide di Virgilio, la qual per altro non abbisognava di tal supplemento. Ne abbiamo ancora un poemetto sulla morte di Astianatte, quattro sulla spedizione degli Argonauti, quattro della Vita rii di S. Antonio Abate, oltre alcune altre poesie, e oltre quelle: non poche che si conservano manoscritte nella Laurenziana in Firenze, delle quali esattamente ragiona il ch. sig. can Bandini (Cat. Codd. lai. Bill. Laur. t. 2, p. 179, 186, ec.). Esse non son per certo le più eleganti cose del mondo. Vi si scorge nondimeno una non ordinaria facilità nel verseggiare, e un talento che avrebbe dato frutti migliori assai, se avesse avuti più felici coltivatori. Oltre le opere che i citati scrittori ne rammentano,