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terzo i3a3 bene ingeniatos allicit, exercitamenta ac voluntates heroicas magno Herculis haeredi conciliat: concertationem scilicet ad palum, palaestras, scenicos actus, Musarum denique ac Nympharum conciliabula. Hujus denique auspiciis bonae disciplinae caput cxerunl, anden tque promptius gemmatas alas explicare, quum adhuc videant in eo homine aliquas aurei saeculi reliquias superesse (Op. p. 623, ed. Basil 1544). Niccolò ebbe in sua moglie Cassandra figlia del celebre generale Bartolommeo Colleone; la quale essendo sopravvissuta al marito, gli fece un elegante epitaffio in versi, che dal Sansovino si riferisce. Da esso raccogliesi ch egli morì in Ferrara: e ciò accadde l’an 1508, e si ha un frammento del testamento del medesimo Niccolò nell’archivio de’ PP. Domenicani della suddetta città di Correggio, ch è segnato die 9 Januarii 1508. Le opere che di lui ci sono rimaste, sono il Cefalo, che non è veramente una traduzione di Plauto, come nel Diario ferrarese si afferma, ma una favola pastorale, di cui l’autore nel prologo dice ch’ ei non l’ appella nè commedia, nè tragedia, ma lascia che ognun le dia quel nome che più gli piace. È divisa in cinque atti e scritta in ottava rima, e ne furon fatte più edizioni, delle quali esattamente ragiona il sig Girolamo Colleoni (Scritt di Corr. p. 15, ec.), correggendo gli errori da altri commessi nel favellarne. Un’altra favola pastorale se ne ha alle stampe intitolata Gli amori di Psiche e di Cupidine. Questa però non è componimento teatrale, ma un poemetto romanzesco in 178