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l3l8 Libito Ardua creverunt gradibus spectacula multis, Velaruntque omnes stragula picta foros. Graecia vix tales habuit vel Roma paratus, Dum regerent long s finibus imperium. Venit et ad magnos populosa Bononia ludos, Et cum finitimis; Mantua Principibus. Euganeis junctae properarunt collibus urbes, Quique bibunt lymphas, Arne vadose, tuas. Hinc plebs, hinc equites plauserunt, inde Senatus, Hinc cum Virgineo nupta caterva choro. Carni. I. 4XXXIV. Il Cefalo, che fu la seconda delle ! commedie rappresentate in Ferrara, e fu recitata, come si è detto, a’ 21 di gennaio del 1487 fu opera di Niccolò da Correggio dell’antichissima e nobilissima casa de’ signori di Correggio, da noi mentovata nel precedente tomo (t. 5, p. 34, ec.); uomo in lettere non men che in armi famoso a que’ tempi; e di cui perciò ci conviene ricercare le notizie con qualche maggior diligenza, che finor non si è fatto. Egli era figlio di Niccolò da Correggio e di Beatrice d’Este sorella del march Leonello, nata a’9 d’aprile del 1427 (Script. Rer. ital. vol. 18, p. 1096), e sposata a’7 di ottobre del 1448 (ib), vol 24, p 196). Niccolò il padre morì, secondo il Sansovino (Orig. delle Case ili. Aitai, p. 277), agli 11 di luglio dell’anno seguente, lasciando incinta la moglie, al cui figlio di fatto veggiamo dato il soprannome di Niccolò Postumo. Egli passò in gran parte i suoi giorni alla corte di Ferrara. L’an 1469 tra quelli che andarono incontro all’imp Federigo III, quando venne a Ferrara, troviam nominato Messer Nicolò da Correggio figliolo