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TERZO 12I9 già morto, e gli renile questa onorevole testimonianza (p. 46): Sed ne Niccolao quidem Voile usi, qui Homerum et Ilesi odi un Latinis expressi t. eersibus, poetirnnt in geni uni ilejnit. Nani ut ceteri moltorum sunt approbatione contenti, sic iste videtur unius Theodori testimonio aliorum judicia requirere non debere. Egli è dunque probabile ciò che alcuni scrittori seguiti dal Bayle (Dict. histor.) affermano, ch’ei morisse nel 1473 (a). Alle quali versioni debbonsi aggiugncrc quella della Teogonia d' Esiodo fatta da Bonino Monbrizio già da noi mentovala, e quella delI’ T/rtlyeutica di Oppiano fatta da Lorenzo Lippi da Colle, e da lui dedicata a Lorenzo de’ Medici, stampata in Colle l’anno «47$, di cui parla Giglio Gregorio Giraldi (De Poet. suor. temp. dial. ì) (*). (a) Niccolo della Valle figlio di Lelio e di Brigida de’ Cenci Rustici morì certamente nel 1473, e fu sepolto in Araceli coll’iscrizione accennata dal sig. abate Marini (Degli Archiatri pontif. t. 1. p. 122), nella quale si fa menzione delle versioni ch’egli aveva fatte di Omero e di Esiodo: Qui Iliadem Homeri et Hesiodum Heroico carmine in Latinum vertit. La versione di alcuni libri dell’Iliade da esso fatta fu stampata in Roma-fanno 14~4i un anno dappoichè egli era morto, con una lettera di Teodoro Gaza e Lelio di lui padre, che gli era sopravvissuto. La versione d’Esiodo era ivi stata stampata nel 1471, e vi è inserito un epigramma del giovane traduttore, il (quale dice di aver intrapresa quella fatica in età di 18 anni. Di amendue queste parla l’accuratissimo P. maestro Audifredi (Cat. rom. Edit. saec. XV, p. 76, iGi, 4or » 416), il quale ancora ne rammenta due elegie ivi stampate senza la data delfauno. L’abate Mai mi ne ricorda innoltre alcune altre elegie inss. (*) Di Lorenzo Lippi da Colle conservasi ma. nella