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1218 libro latina, come si è detto poc’anzi, i primi dodici libri dell’Iliade. Manuello Grisolora aveane parimente tradotta in prosa latina l’Odissea (Zeno, l. cit. p. 212). Lorenzo Valla n’avea allo stesso modo fatta latina l’Iliade. Ma se ne bramava una traduzione in versi, e per comando di Niccolò V, come narra Enea Silvio (Descr.Eur. c. 58) , parecchi si accinsero a tal fatica. Fra esse piacque quella che offrì al pontefice il detto Orazio, il quale ne ebbe perciò in premio il posto di segretario pontificio. Monsignor Giorgi rammenta (Vita Nic. Vì p. u)3) un codice della Vaticana, che contiene quasi tutto il primo libro dell’Iliade in versi latini dedicato allo stesso pontefice. E benchè non vi si legga il nome del traduttore, congettura però saggiamente eli’ ei sia quel desso di cui parliamo. Il Zeno seguendo il Vossio accenna ancora un poema da Orazio composto sulla congiura di Stefano Porcari contro Niccolò V, ma non ci dice dove esso conservasi. Poco tempo appresso Niccolò della Valle romano in età di circa venti anni si accinse a recare in versi Omero ed Esiodo, e compiè felicemente l’intrapreso lavoro; e il Fabrizio (E ibi. /ned. et inf. Latin, t. 6, p. 283) annovera qualche edizione della seconda di quelle versioni. Gianpierio Valeriano piange 1' immatura morte da cui Niccolò fu preso (De Litterator. inf clic. I. 2) in età di venti due anni non sembra compiti, e dicendolo morto pochi anni prima, sembra indicarci che ciò accadesse ne’ primi anni del secolo xvi. Ma Paolo Cortese, che scriveva il suo dialogo degli Uomini dotti circa il ne parla come d’uomo