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I. * iaia libro la Repubblica, le cui leggi vietavano a’ suoi ministri il ricevere dignità alcuna senza il consenso del Pubblico, il dichiarò esiliato. La rinuncia che Ermolao fece tosto del suo patriarcato, ma che dal pontefice non fu accettata, e i maneggi di Zaccaria suo padre e di altri parenti e amici non ebber forza a calmar la procella; e Ermolao dovette continuare a vivere in Roma, finchè la pestilenza il tolse immaturamente di vita in età di soli trentanove anni nel luglio del 1493 in una villa ove erasi ritirato. Molte e di diversi argomenti sono le opere di Ermolao che han veduta la luce. Lasciamo stare tre orazioni da lui dette in diverse occasioni, alcune epistole, molte prelazioni, alcuni epigrammi latini, e qualche altro opuscolo, de’ quali si può vedere il catalogo presso i detti scrittori. Oltre la traduzion di Temistio da noi già mentovata, ei recò ancora di greco in latino gli otto libri della Materia medica di Dioscoride, e i tre libri della Rettorica d1 Aristotile, di cui ancora fece un compendio così de’ Libri Morali, come della Scienza naturale; anzi egli pensava di tradurne tutte le opere; ma o egli non l’ha eseguito, o certo non è uscito in luce che ciò che ora abbiamo accennato. Ma l’opera in cui più chiaramente si scorge la vastissima erudizione di Ermolao, sono le correzioni da lui fatte alla Storia di Plinio. Due opere scrisse su questo argomento, mentre trovavasi in Roma, la prima nello spazio di ventinove mesi, che fu pubblicata nel 1492 col titolo: Castigationes Plinianae; e la seconda in poco più di un mese