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TERZO 1 i(yi Firenze, ove a grati numero di scolari, tra quali fu il Poliziano, insegnò per alcuni anni la lingua greca. Passò indi, sperando maggior vantaggio, in Francia, ove poco tempo dopo in età assai avanzata finì di vivere. Egli era per altro poco felice nella pronuncia, e fuor delle lettere inetto ad ogni altra cosa (a). Questo è ciò solo che della vita di Andronico ci è giunto a notizia. Poche ancor sono le opere da lui lasciate, ed esse ancora sono inedite per la maggior parte. Se ne può vedere il breve catalogo presso il Boernero (De doctis Homin. graec. p. 169) (b).

XVII. Il medesimo Volterrano annovera (l. cit.) tra’ greci professori in Roma della lor lingua verso i suoi tempi Sofiano e Giorgio Alessandro vescovo nell’isola di Candia, uomini, dice egli, da non venire a confronto coi precedenti in ciò che appartiene a sapere, ma forse a lor superiori nell’onestà de’ costumi. Troviamo ancora menzione di un certo Demetrio da Creta, che certamente è diverso da quel Demetrio Cidonio già da noi mentovato, il quale venne in (a) Andronico tornò in Grecia nel 1476* e * libri da lui raccolti, che formavano sei cassette, furono comperali in Milano pel prezzo di dueento ducali di’oro larghi da Gianfrancesco dalla Torre, come egli stesso scrive a Lorenzo de’ Medici in uua lettera pubblicata da nmnsig. Labbroni (Ctla Laur. Medie, t. 2, p. 297), nella quale egli all’erma che la sua bibliotheca è cussi ben fornita, come pochissime siano in Lombardia. (b) Alcuni opuscoli «li Andronico conservanti ancora mss nella reale biblioteca di Madrid { R. Matrit. Bibl. Codd. graec. t. 1, p. 13ò). Tira boschi, Voi. Vili. 35