Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 2, Classici italiani, 1824, VIII.djvu/543

terzo 1185 Ambrosius Monachus, Graecis litteris doctus. Scribebat facile, et naturalem quemdam dicendi cursum habebat oratio, sed admodum incultum. Erat in hoc homine inexhaustus quidam legendi amor: nullum enim patiebatur esse vacuum tempus. Quotidie aut scribebat, aut aliquid ex Graecis Latinis litteris mandabat. Plura tamen orsus est, quam absolverit. Nemo certe plus studii quam ille ad eruendos ex adyto priscorum libros adhibuit.

XII. Fra gli scolari del Grisolora si annovera ria V espasiano anche Leonardo Giustiniani fratello del santo Patriarca Lorenzo. Ma, come abbiamo osservato, negasi ciò dal P. degli Agostini , il quale pruova el11 egli ebbe in quella lingua a suo maestro Guarino. Ei però dee qui essere nominato, perchè fu un de’ primi a coltivarne e propagarne lo studio: e noi il faremo in breve colla scorta del suddetto P. degli Agostini , che esattamente ne ha ragionato (Scritt. venez. t. 1, p. 135, ec.). Nato in Venezia circa il 1388, e applicato agli studj sotto la scorta del mentovato maestro, fece in essi sì felici progressi, che in età ancor giovanile fu destinato a fare l’orazion funebre in morte di Carlo Zeno, e ottenne in quell’occasione plauso non ordinario. A persuasion di Guarino tradusse dal greco alcune Vite di Plutarco, cioè quelle di Cimone, di Lucullo e di Focione, la qual ultima per errore è stata attribuita a Lapo da Castiglionchio il giovane; e l’anno 14 j3 venuto di Grecia l’imperador Giovanni Paleologo, il Giustiniani e Francesco Barbaro a ciò destinati dalla Repubblica il complimentarono in greco