Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 2, Classici italiani, 1824, VIII.djvu/514

II56 LIBRO opera sopra l’Incarnazione del Figliuolo di Dio:Palme riunì nostrum maria transeuntem , Graecosque et Hebraeos, Chaldeos, Arabes consules (l. consulentem) eorum linguas didicisse le gì mas. Jlinc cniin de incarnato Deo elegantissimum opus contra Hebraeos laude dinium compilavit, et eruditissimis rationibus comprobavit. Ma chi è questo Palmieri? Due ne abbiam nominati nel parlar degli storici, JMatteo e Mattisi 7 fiorentino l’uno, l’altro pisano; di niun de’ quali si dice che o viaggiasse nell’ 0riente, o che scrivesse opera alcuna intorno all’Incarnazione. Chi sia questo Palmieri da Forlì, io non ho lume a conoscerlo, e molto più che niuna menzione ne fa il cavaliere Viviani Marchesi nella sua opera de’ celebri Forlivesi. Jacopo Volterrano nel suo Diario all’anno 1481 racconta (ib. vol. 23, p 230) che nelle sacre funzioni del venerdì santo tenute in Roma nel Vaticano recitò un’orazione sopra la Passione del Redentore un cotal Guglielmo siciliano , uom dotto nelle lingue greca , latina ed ebraica, e che molte testimonianze addusse degli scrittori ebrei ed arabi nella propria lor lingua; e aggiugne che questi era già stato ebreo, e riputato gran maestro tra essi; che quattordici anni prima rendutosi cristiano, avea giovato non poco a convincere l’ostinazione giudaica; c clic f orazion da lui detta , benchè durasse due ore, piacque nondimeno assai al pontefice e ai cardinali. Abbiam veduto innoltre che Andrea Mongaio si trasferì a Damasco per apprendervi la lingua ebraica , e che di questa si valse a correggere ed illustrare le opere