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terzo 1153 die più altri scrittori dovessero qui essere rammentati. Ma quando avrebbe mai fine questa mia Storia, se di tutti gli autori dovessi parlare? Ciò cilene ho detto, basta, s’io mal non m’appongo, a rendere immortale l’Italia, che in questo secolo ebbe un numero prodigioso di storici, e molti di essi assai valorosi; mentre tutte le altre nazioni insieme raccolte appena hanno a contrapporcene uno scarso e non troppo illustre drappello. LXXXl. Dopo aver fin qui ragionato degli storici di questo secolo, dobbiamo ancora accennare la prima cattedra di Storia che in una pubblica università si trovi eretta. Milano ebbe in ciò l’onore di dare l’esempio alle altre, e Giulio Emilio Ferrari di patria novarese, che ivi era stato scolaro di Giorgio Merula, dopo aver tenuta per qualche tempo la cattedra dell’eloquenza, fu destinato verso la fine del secolo a spiegare pubblicamente la storia. Il Sassi ha diligentemente raccolte tutte le notizie intorno alla vita e alle opere di questo celebre professore (Hist. typogr. mediol.p. 44j 322), di cui però nuli’ altro abbiamo alle stampe che 1* edizione delle Poesie di Ausonio, colla Vita di questo poeta dal Ferrari raccolta dalle opere di lui medesimo. Nella fatica di questa edizione egli ebbe a compagno Giovanni Stefano Cotta milanese, uomo dotto esso pure, e di cui si hanno alcune poesie latine, come si può vedere presso il suddetto scrittore (ib. p. 323).