Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 2, Classici italiani, 1824, VIII.djvu/373

\ TERZO ini 5 mi diedi al Grisolora con tale impegno, che ciò rii io apprendeva fra giorno, andavalo tra ’l sonno stesso ripetendo meco medesimo. Ebbi più condiscepoli. ma due nobili fiorentini singolarmente , che sopra gli altri s’avanzarono in tale studio, Roberto Rossi, e Palla di Onofrio Strozzi. Era alla medesima scuola un certo Jacopo et Angiolo, a cui doveasi principalmente la venuta del Grisolora. Vi venne poscia Pietro Vergerio Giustinopolitano, il (quale godendo di gran nome nell’università di Padova, era venuto a Firenze sol per udirlo. Fra questi Roberto, il Vergerio, e Jacopo et Angiolo erano in età assai più di me avanzati; Palla mi era quasi eguale. Oltre a due anni frequentai con molto mio frutto la scuola del Grisolora, finchè venuto l’imperador greco in Italia, e avendo egli chiamato a sè il Grisolora, questi partì da Firenze, e andò ad unirsi al suo signore in Milano. E già era l’an 1400, ec. Fin qui Leonardo, il cui passo ho voluto recar per disteso , perchè ci dà molti lumi intorno alla storia letteraria di quel tempo, di cui altrove dovrem valerci. Prima del Grisolora avea egli avuti a suoi maestri in Firenze Giovanni da Ravenna, come affermasi dal Biondo Flavio (Ital. illustr. reg. 6) , e Coluccio Salutato, di cui narra Vespasiano fiorentino nella Vita inedita di Leonardo (Mehus praef ad Epist. Ambr. camald. p. 16) che questi ebbe da lui grandissimo favore nel dare opera alle lettere latine.

XXVII. Poichè fu partito il Grisolora, Leonardo ritornò alle leggi. Ma non molto dopo per opera di Poggio chiamato a Roma l’anno 145;