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SECONDO 883 c unitele in un bel volume le pose nella.libreria del convento di S. Spirito, e che innoltre, benchè fosse dottissimo giureconsulto , non volle mai esercitarsi nel trattare le cause per timore di esser talvolta costretto a far cosa contraria all1 equità e alla onoratezza. Abbiam di lui alle stampe un trattato dell1 alienazione delle cose ecclesiastiche, e un altro delle usure, oltre qualche altra opera manoscritta, e singolarmente un Consulto in favor del concilio di Pisa (V. Negri, Scritt. fior. p. 380; Fabr. Bibl med. et inf. Latin, t. 4, p. 250). Alcuni hanno creduto che il vero autore di questo fosse il Cardinal Luca Manzoli Umiliato, ma io ho recate altrove le ragioni che mi rendono improbabile questa opinione (Veter. Humiliat Monum. t. 1 p. 290).

IV. Nulla io posso per mancanza di monumenti aggiungere a ciò che il Panciroli brevemente ci dice (c. 31) dei due canonisti nati in S. Gimignano castello della Toscana, Domenico e Nello; il primo, vicario del vescovo di Modena nel 1407? poscia professore in Bologna, e finalmente auditor camerale in Roma; l’altro, tenutosi sempre lontan dalle cattedre, e occupatosi solamente nello scrivere e nel consultare; delle opere de’ quali si può vedere il Fabricio (Bibl. med. et inf. Latin. t. 2, p. 53; t. 5, p. 96). E io passo perciò a dire di uno de’ più celebri oracoli dell’ecclesiastica giurisprudenza di questo secolo, cioè di Niccolò Tedeschi arcivescovo di Palermo, detto talvolta l’Abate, per la dignità ch’egli ebbe nell’Ordine di S. Benedetto, e talvolta, dalla sua chiesa, Palermitano. Il Panciroli ne parla a lungo (c. 3a), e