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862 libro cii Siena, e invitato con più lauto stipendio a quella università, partì da Pisa. Ma giunto a Firenze, e ragguagliato Lorenzo de’ Medici di ciò che era avvenuto, questi volle el11 ei ritornasse a Pisa; e dal magistrato fiorentino, che a quella università soprastava , fu ordinato che il Decio per due anni leggesse in Pisa collo stipendio medesimo che da’ Sanesi gli era stato promesso; che passato il biennio fosse nella sua cattedra confermalo colf accrescimento di 100 fiorini; e che in essa avesse per suo competitore il Soccini. Era allor questi in Siena; e poichè ebbe udita tal nuova , scrisse ai riformatori dello Studio , el11 ei non sarebbe in alcun modo venuto colà, se dovea avere a suo competitore Filippo. Questi frattanto amava meglio di andarsene a Siena, e faceva perciò nuove istanze ai riformatori dello Studio; i quali finalmente risposero che se il Soccini fosse venuto, egli avrebbe potuto andarsene. Venne il Soccini in fatti a’ 2 di novembre, e il dì seguente Filippo se ne partì, e recossi a Siena. Ma poco tempo vi si trattenne, e invitato a Roma, vi si trasferì. Innocenzo VIII nominollo auditore di Ruota; ma perchè a tal fine conveniva prendere gli ordini sacri, e al padre e al fratel di Filippo, anzi a’ Filippo medesimo, ciò non piaceva , questi amò meglio di ritornare alla sua cattedra in Siena. Era frattanto il Sandeo tornato a Pisa, ma stava sempre coll1 animo rivolto a Roma; e offertagli si nuova occasione, ottenne finalmente congedo, ed egli stesso dimentico delle sue rivalità, propose che in suo luogo fosse chiamato Filippo; anzi nel suo