Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 2, Classici italiani, 1824, VIII.djvu/183

SECONDO 8 li 5 fatta la professione nel terzo Ordine di S. Francesco, come potè poi l’anno 1508 esser professore in Colonia? Io credo perciò, che possa esser corso qualche errore nell1 anno, e che invece del MDIII si debba leggere mdxi, o altro numero somigliante; il che se è vero, noi abbiamo qui espresso qual fine facesse Pietro; cioè ch’egli tornato probabilmente in Sassonia e a Vittemberga, ivi si fece frate dell’Ordine suddetto, e in esso finì i suoi giorni.

XXXI. Nel ragionare di Pietro abbiam già accennate molte delle opere da lui composte; nè io ne aggiugnerò qui il catalogo, potendosi esso vedere sì presso il P. abate Ginanni, come presso il Fabricio, che a quest’articolo è assai esatto. Il primo di questi due scrittori, dopo aver parlato di Pietro, parla di Pietro Francesco Tommai, che ei dice diverso dal primo. Le ragioni che, secondo lui, li dimostran diversi, sono l’esser il primo appellato sempre col solo nome di Pietro , l’altro col nome di Pietro Francesco, e l’asserzion del Carrari che nella sua Storia di Romagna afferma che Pietro Francesco morì in Pisa nel 1478, laddove Pietro , secondo lo stesso Carrari , morì in Allemagna nel 1513. Io non so però se queste ragioni sieno abbastanza valevoli a provare la diversità tra Pietro, e Pier Francesco. Il Facciolati , come abbiamo veduto, sembra indicarci che Pietro nei monumenti dell’università di Padova sia detto or Pietro, or Pietro Francesco; e il Fabbrucci ancora un solo ne riconosce tra’ professori di Pisa. L’autorità poi del Carrari non è grandissima, e