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SECONDO '89 almeno non ricercasse. E fu uomo innoltre di sì grande memoria e di parole e di cose, che di qualunque cosa egli leggesse, non perdeva mai la memoria. L’altro ancor più magnifico è quello di Niccolò Burzio: Nè io debbo tacere, dice egli (Bonori, illnstr. p. 168), di Francesco Aretino, uomo di vario e molteplice ingegno, che a questi tempi colle eruditissime sue lezioni e co’ suoi libri immortali mi ha istruito e ornato. Egli era, per così dire, monarca di tutte le scienze, e a guisa di un campo fertilissimo di ogni cosa, tali tic se tu aveasi bramato F ornamento della gramatica, l’eleganza della rettorica,l’acutezza della dialettica, e la perfetta cognizione della poesia , in lui avresti trovata ogni cosa. Egli legista , egli canonista, egli musico , egli cantore , ec. Ai quali sentimenti sono concordi quelli di tutti gli altri che ci parlano dell’Accolti non solo come di uno de’ più grandi giureconsulti che mai vivessero, ma come d* uomo versato ancora in tutte le scienze, e che alla severità delle leggi congiungeva la grazia dell’eloquenza e la luce di una vastissima erudizione.

XX. Rimane a dire per ultimo delle opere di Francesco. E a me basterà accennare quelle che appartengono al Diritto civile e al canonico, come i Consigli, i Comenti sul secondo delle Decretali, e su alcuni libri delle Leggi romane, e alcuni altri trattati; de’ quali e delle loro edizioni si può vedere un diligente catalogo presso il conte Mazzucchelli. Con più esattezza dobbiam cercare ciò che appartiene ad alcune traduzioni dal greco da lui pubblicate,