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764 LIBKO avuto l’onor delle stampe, appena perciò sono or ricordati. Tali sono Sacco Gualtieri e Jacopo dal Pozzo alessandrino, professori in Pavia, Tommaso Dotti sanese e professore nella sua patria, Angelo Pei illi, Giovanni da Montesperello e Matteo Francesco di lui figliuolo, perugini di patria, e Giovanni Porto vicentino. Io non parlerò che di Catone Sacchi pavese, perchè di lui abbiamo frequenti e luminose testimonianze nelle Lettere di Francesco Filelfo, molte delle quali sono a lui indirizzate (l. 2, ep. 3, 18, 24-, l. 4,ep. 7, 20, 24, 26, 28; l. 5 , ep. 1, 6, 11; l. 6, ep. 5, 24, 34; l. 9, ep. 38, 39)). Il Panciroli afferma eh* ei tenne per qualche tempo scuola in Pavia; che passò poscia a Bologna, ove ebbe disputa con Paolo da Castro; e che quando questi andossene a Padova, Catone fece ritorno a Pavia, e che ivi morì poco dopo l’anno 1465. Quando e per quanto tempo fosse il Sacchi in Bologna, nè egli il dice, nè io trovo onde congetturarlo. Tutte però le lettere del Filelfo a lui scritte, che sono dal 1439 fino al x 451, cel mostrano in Pavia. Anzi negli Atti di quella università troviamo che fin dal 1.417 fu egli scelto a professore, e che nel 1439 gli fu accresciuto lo stipendio. In Pavia parimente cel mostra come attual professore Biondo Flavio, il quale parlando di quella università, dice che fra gli altri professori di legge avea Catone Sacchi e Sillano de’ Negri, uomini colti ancora nell’amena letteratura (Ital. illustr. reg. 7. Lombard.). E che tal fosse Catone, raccogliesi ancora dalle lettere del Filelfo, che di ciò molto lo loda, e risponde