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SCCO NIX) ^63 rocca fu ritrovato in Italia per un figliuolo di Messer Paolo da Castro, ed è nel Patrimonio tra Corneto e Civitavecchia in un luogo detto la Tal fa, il quale ebbe dal Papa (Pio II) una buona provigione (Script rer. ital. vol. 18, p. 743)• Ne parla ancora Gasparo da Verona nella Vita di Paolo II, il quale però ne attribuisce la lode più a Domenico Zaccaria padovano, che a Giovanni da Castro: Dominicum Zachariam Patavium Astrologum non ignobilem non solum Pii secondi tempore una cum Joanne Castrensi al lumen propc Tu Ip ha/n invenisse, sed etiam tempore Paulli secondi copiam ingentem sulphuris a Dominico solo esse inventam (ib. t. 3, pars 2, p. 1 o38). E altrove: Tandem elaborante Dominico Zacharia Patavino magis quam Joanne Castrensi inventa sunt illa saxa alluminosa, et tempore Pii Secondi coepta est dari opera illis sylvis et montibus, et res verissima intellecta est, et quotannis est inde redditus fructus octoginta millium aureorum Ecclesiae Romanae (ib.p. 1043). Ne parla finalmente e più a lungo il pontefice Pio II ne’ suoi Comentarj (Comment p. 185), il quale, dopo aver fatto un bell1 elogio di Paolo, parla della scoperta fatta da Giovanni di lui figliuolo, a cui egli ne dà tutta la lode, e rammenta ancora altre circostanze della vita di esso.

XI. Sieguono poscia presso il medesimo Panciroli: (c. 90, ec.) alcuni altri giureconsulti, rinomati essi pure, mentre vivevano, ma che non avendo lasciati a’ posteri monumenti durevoli del loro sapere, o tali almeno che abbiano