Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 1, Classici italiani, 1824, VII.djvu/90

74 LIBRO

XX. Tra’ marchesi di Monferrato Teodoro II, e Gianjacopo di lui figliuolo non veggo che celebrati sieno dagli storici per protezione da essi accordata alle lettere. Di Giovanni IV, figliuolo e successor di Gianjacopo, dice Benvenuto da Sangiorgio (Ili st. Montisf. vol. 23 Script. rer. ital. p. 109)) che fu munifico, gentile e benignissimo signore. E che di questa magnificenza usasse verso de’ letterati, si può congetturare da alcune lettere a lui scritte da Francesco Filelfo, il quale non teneva commercio se non con que’ principi da’ quali sperar poteva opportuni aiuti. In una lettera, scritta nel 1457 (l. 12, ep. 14), si protesta il Filelfo di avere per lui riverenza e amore non ordinario, sì pe’ beneficj che ne ha ricevuti, sì perchè egli è degno di essere da tutti i dotti rispettato ed amato. In un’altra, dell’anno seguente (l. 14, ep, 35), egli manda un suo libro intitolato De jocis et seriis; e il loda, perchè si diletta de’ gravi non meno che de’ piacevoli studj. In un’altra per ultimo, del 14^9 (/• 15ep. 10), gli raccomanda un certo Demetrio Paleologo, e rammenta la munificenza e l’amore con cui Giovanni avea accolti più altri Greci dopo la caduta di Costantinopoli. Guglielmo VIII! ottenne ancor maggior lode , e 1’eruditissimo proposto Irico ha pubblicato alcuni versi (Hist. triden. p. 207 , ec.) di Paolo Spinosa romano poeta di quell' età, in cui esalta il coltivar che Guglielmo faceva gli studj, quando avea qualche tregua dalle continue guerre; ne loda singolarmente la perizia nell’uno e nell' altro Diritto, e molto più 1' eleganza del poetare, accennando