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62 LIBRO di gemme? e baciandolo a quando a quandot spirò. Uomo nato veramente ad ogni più grande impresa, e che erasi governato di tal maniera nelle vicende della fortuna, cui sì spesso provò or lieta, or avversa, che e malagevole a diffinire se ei sia stato o più costante nelle sue sventure y o più modesto nelle prosperità. Avea sì grande, sì facile e sì acuto ingegno, che in tutte insieme quelle cose egli era eccellente, in ciascheduna delle quali è gran pregio l'esser versato. Non v’ha chi non sappia quanto amante ei fosse della probità, della giustizia, della fede. Quanto poi egli fosse affabile, cortese e umano, lo mostra abbastanza l'amor singolare in cui egli era presso il popolo, e presso ogni ordine di persone. Ma sopra ogni cosa era in lui ammirabile la liberalità e la magnificenza, per cui ha ottenuta una gloria veramente immortale. E nondimeno niuna cosa ei faceva per desiderio solo di fama, ma principalmente per amor di virtù. Con qual impegno favoriva egli gli uomini dotti! qual onore , anzi qual riverenza mostrava per essi! quanto si è egli adoperato in accogliere da ogni parte del mondo e in comperare libri greci e latini, e quanti tesori ha egli a tal fine profusi! Possiam dir certamente che non sol questo secolo, ma tutta la posterità ancora ha fatta nella morte di sì graruf uomo una perdita luttuosa. Questa relazione, in cui si rappresenta la morte di Lorenzo de’ Medici accompagnata da’ più sinceri sentimenti di cristiana pietà, parmi assai più degna di fede, che quella dello scrittor della Vita di F. Girolamo Savonarola, pubblicata da