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54 LIBRO donarono la detta Corona , della quale’ sentenza da tutti comunemente furono biasimati, perchè ad ogni modo doveva secondo la commissione data loro essere d uno de Dicitori, il quale meglio aveva operato , come s’era detto di sopra, e essere di quella coronato. Sicchè quanto osservassero il mandato loroj manifesto potete vedere; e quanto sieno da commentare, si rimette nel giudizio de’ prudenti Lettori. Aggiugne il Lami, che in questo combattimento ebber parte Francesco Alberti, Antonio Alli, Mariotto Davanzati, Francesco Melecarni, Benedetto Aretino , Michele da Gigante, e Leonardo Dati, il qual ultimo però, benchè avesse composto un sonetto, nol recitò. Probabilmente avrebbe Pietro de’ Medici fatto più assai a pro delle lettere, se avesse avuta più lunga vita e sanità più costante. Ma se altro non avesse egli per esse fatto , che porre al mondo Lorenzo il Magnifico , basterebbe ciò solo, perchè la letteratura gli dovesse non poco. XJV. Il poc’anzi citato Giovanni Corsi venendo a favellare di lui , dice (l. ciL p. 34) elv egli fu un Augusto per la Repubblica fiorentina, e per le lettere un Mecenate; che ai tempi di lui non vi ebbe sorta alcuna, comunque astrusa, di scienza, che non fiorisse, e non salisse in gran pregio; che perla copia di dottissimi uomini, che allora era in Firenze, questa città veniva detta una nuova Atene; e rammenta su ciò un bel detto di Ermolao Barbaro , cioè che molto doveano le lettere a’ Fiorentini, ma tra questi singolarmente a’ Medici, e fra i Medici più che ad ogni altro a Lorenzo.