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630 LIBRO Battarra, che ha pubblicato il primo questa iscrizione in una lettera pubblicata al fine del secondo tomo della Raccolta Milanese, dice che il Valturio fu consigliere di Sigismondo Pandolfo , che disegnò varie macchine, le quali furono scolpite dal bisavolo di Federico Barocci e da Simone suo fratello, ed esistono tuttavia nel museo d' Urbino eretto non molti anni sono dal cardinale Stoppani; e ch’ei diede il disegno della Rocca di Rimini fabbricata da Sigismondo Pandolfo, e detta perciò Castello Sismondo. Queste sono le sole notizie della vita di Roberto, che a me è avvenuto di ritrovare Credonsi a lui dirette due lettere dell’ab. Aliotti (l. 4? ep 45, 51), che sono scritte Roberto Ariminensi negli anni 1454 e 1455, ma non ci offrono cosa alcuna degna d’essere osservata; se non che egli avea intrapresa a scriver l’ Istoria di Sigismondo Pandolfo, la qual non sappiamo se fosse da lui condotta a (fine. L’opera de Re Militari divisa in dodici libri, e stampata prima in Verona nel 1472 poscia più altre volte, e tradotta ancora in italiano e in francese, e di cui un bel codice a penna si conserva in questa biblioteca Estense, ci pruova ch’egli era uomo assai dotto, e versatissimo nella lettura degli autori greci e latini. Degne ancora sono d’osservazione le macchine militari a que’ tempi usate, che ivi si veggono non sol descritte ma ancor disegnate. E alcune fra le altre si dicono ritrovate dallo stesso Sigismondo Pandolfo, delle quali ci dà la figura, e tra esse veggiamo chiaramente espresse le bombe: Inventum est quoque machinae hujusce