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SECONDO O27 cui misurare la profondità del mare, e dice che ei ne ragiona nel sesto libro della sua Architettura. A me non è riuscito di trovare ivi tal cosa*, ma forse ei ne avea parlato nel libro intorno alle Navi, ch’egli accenna di avere scritto , e che ora forse è perito: A libi de navium rationibus in eo libello, qui Navis inscribi tur, profusius prosecuti sumus De Architect l. 5, c. 12), e poco appresso accenna alcune sue invenzioni per disciogliere e ricomporre in un momento il tavolato di una nave, e per altri usi in tempo di guerra, de’ quali riservasi a dire altrove ('). Degno ancor d’esser letto è il modo con cui egli sollevò dal fondo del mare, benchè in più pezzi, una nave che dicevasi ivi sommersa da Traiano. Egli lo accenna nel passo poc’anzi citato j ma più lungamente il descrive Biondo Flavio Ital. illustr. reg. 3), il quale dice ancora come essa fosse formata. Il Vasari aggiugne eh1 egli nell1 anno stesso in cui fu trovata la stampa (la qual epoca però si può difficilmente accertare), trovò per via d’uno strumento il modo di lucidare le prospettive naturali, e diminuirne le figure , ed il modo parimenti da potere ridurre le cose piccole in maggior forma, e ringrandirle. Questa maniera di parlar del Vasari , che non è troppo chiara , riceve qualche maggior lume da ciò che narra l’anonimo , le cui parole recherò qui nel volgar 110(*) Una bella Lettera su’ precetti d’Architettura, scritta da Leon Batista Alberti, a Matteo della Bastia , è stata di fresco pubblicala dal P. ab. Mitlarelli (Bibl. MSS. S. Michael, /’enei. p. (565, ec.).