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SECONDO Gai gesso in cui l’Alberti fu adoperato in Rimini, si vedrà chiaramente che anzi da Rimini ei dovette passare a Roma. In fatti Mattia Palmieri, storico contemporaneo, racconta (Chron. t. 1, Script, rer. ital. Florent. ad h. a.) che l'anno 1451 ei distolse Niccolò V dal disegno che avea formato di fabbricare una nuova basilica Vaticana. In Roma parimente egli era nel 1453, in cui accadde la congiura di Stefano Porcari contro Niccolò V, da lui stesso descritta; ed eravi anche verso f anno 1460; perciocchè a questo tempo racconta Cristoforo Landino (quaest. camald, init.) che venendo egli da Roma a Firenze, trattennesi per qualche tempo nelf eremo ili Cainaldoli insieme a lui, con Lorenzo e Giuliano de’ Medici, con Allamanno Rinuccini, con Pietro e con Donato Acciaiuoli, e con più altri eruditi, ed ivi s’introdussero què’dotti ragionamenti che poi dal Landino furono esposti nelle sue Questioni Camaldolesi, e nelle quali ebbe sì gran parte l’Alberti, disputando or su punti di filosofia morale, or sul poema di Virgilio. Egli era parimente in Firenze nel 14^4 7 nel qual anno intervenne a un convito che Lorenzo de’ Medici diede a’ più dotti che allora vi erano (V. Bandini Specimen Litterat. florent t. 2, p. 108, ec.). Passò poscia di nuovo a Roma a’ tempi di Paolo II, cioè tra l'»4G4 e‘1 1471? ove abbiam veduto poc’anzi ch’ei trovossi insieme con F. Luca da Borgo Sansepolcro, e che questi confessa di essere stato da lui ricevuto in sua casa, e per molti mesi ottimamente trattato. Il Palmieri è il solo fra gli scrittori di que1 tempi die abbia fissata