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srcoTvno 5 71 suoi Elogi (p. 29, ed. Ven. i54(), parlando eli Galeotto, dice: Scrisse per sua sventura ancor qualche libro di sacra e di morale filosofia; perciocchè avendo egli detto che chiunque vivesse secondo i lumi della ragione e della legge di natura, avrebbe ottenuta l’eterna felicità, fu perciò accusato da’ monaci, e condennato. Ma Sisto, che da giovane l’aveva avuto a maestro, il sottrasse dall’imminente pericolo , non però senza grave infamia. Perciocchè fu condotto in Venezia alla pubblica piazza, acciocchè ivi confessasse di aver errato, e ne richiedesse perdono. Siegue poi raccontando che quella tragedia cambiossi in commedia per un detto faceto, con cui Galeotto rispose a un cotale che motteggiavalo sulla sua enorme grassezza. Egli è adunque probabile che Galeotto, dopo aver pubblicato il suddetto libro, venuto per qualche affare in Italia, fosse in Venezia arrestato e posto prigione; e che poscia dopo la solenne ritrattazione (se pur non è quella una circostanza aggiunta dal Giovio senzaltro fondamento che di qualche popolar tradizione) chiamato a Roma da Sisto, fosse ivi dichiarato innocente (*). Tornò allora Galeotto alla corte (*) A rischiarare questo punto giova non poco la narrazione del fatto inserita dal Sanudo nelle \ ite de’ Dogi di Venezia pubblicate dal Muratori (Script. rer. ital. vol. 22, p. t. 206).• hi questo tempo, die’egli all’anno 1 i”7, essendo stato per V Inquisitore deli eretica pravità accusato alla Signoria che un Galeotto Narnio da Montagnana , uomo savio e molto dotto e grasso, che stava a Montagnana, era eretico et male sentiebat de Fide, dimandò alla Signoria il braccio secolare, e