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SECONDO 55l) studio, cosa tanto più ammirabile, dice egli, quanto più era Giovanni e bello e giovane e ricco; e altrove accenna (ib. l. 2, p. 71) che si trattò di onorarlo della sacra porpora, ma che ciò , qualunque ragion ne fosse, non si condusse ad effetto. Ei fu preso da morte nel più bel fiore degli anni , de’ quali contavane sol trentadue, e finì di vivere in Firenze l’anno 1494 nel giorno stesso in cui Carlo VIII re di Francia entrò in quella città, cioè a’ 17 di novembre, e due mesi dopo la morte del caro suo amico Angelo Poliziano, morto esso ancora in età di soli quaraut’anni. XXTV. lo non mi tratterò a riferire gli elogi con cui ne ragionano gli scrittori di que’ tempi , tra’ quali degni sono d’essere letti due epigrammi di Panfilo Sassa (Carm. l. 2). Basti il dire che per comune consenso ebbe il soprannome di Fenice degli ingegni. Le opere da lui composte, benchè sappian non poco de’ pregiudizj de’ quali erasi infelicemente imbevuto, cel mostran! però uomo di grande ingegno e di erudizion singolare. Oltre le Proposizioni e l’Apologia, di cui già abbiamo parlato, abbiamo di lui l’Heptaplo, ossia la spiegazione del principio della Genesi, ove trattasi della creazione del mondo, opera da lui composta in età di ventotto anni, e che, benchè abbia molto delle allegorie platoniche, contiene ancor nondimeno dotte ed utili riflessioni. Due anni appresso scrisse un trattato scolastico intitolato de Ente et Uno , a cui si aggiungono alcune lettere di Antonio Cittadini faentino, colle risposte ad esse fatte dal Pico, trattane l’ultima, a cui invece rispose