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SECONDO 557 senso si potessero giustamente spiegare. Egli indirizzolla a Lorenzo de’ Medici, e nella lettera dedicatoria parla in modo, che sembra indicarci eli’ ei fosse già stato per (qualche tempo in Firenze. Innocenzo diede ad esaminare le suddette proposizioni ad alcuni teologi, i quali avendole dichiarate pericolose e sospette, il pontefice le condannò, dichiarando insieme che non perciò dovea recarsi molestia alcuna a Giovanni, nè crederlo reo d’eresia, poichè avea protestato con giuramento di credere in ogni cosa al giudizio che ne desse la Chiesa. Frattanto essendosi egli recato in Francia, fu di nuovo accusato al pontefice, come se col di volgare l’apologia avesse contravvenuto al suddetto giuramento. Quindi Innocenzo citollo un’altra volta al suo tribunale, e Giovanni prontamente ubbidendo tornò in Italia, e si trattenne in Firenze. Morto frattanto Innocenzo, e succedutogli Alessandro VI, il che accadde nel 1492, questi con suo Breve dei 28 di giugno delf a 11110 seguente, il qual si vede premesso all’Opere di Pico, dichiarollo innocente dal nuovo reato che venivagli apposto. Gianfrancesco Pico racconta di aver udito dallo stesso Giovanni, che le molestie clf ei dovette perciò soffrire, furono cagione che interamente riformasse i suoi costumi. Giovane di fresca età, di leggiadro sembiante, di maniere piacevolissime, e ricco de’ beni di fortuna, erasi per l’addietro abbandonato alquanto al piacere. Ma in questa occasione ei tutto si diede a una sincera e non ordinaria pietà. Gittò al fuoco parecchie poesie amorose latine e italiane da se già