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SECONDO 555 Qui* numero* omnes ad summam colligit unam Tam subito, et mira certiu* arte notai? Qtiis res propositas ita disserit acer?, et omni Irretitus ostem cum ratione tenet? Quis te de superis ac Religione loquentem Nono admirandum duxerit esse virum? Te matura senem prudentia reddit; atqui Prima tenet roseas vix tibi barba genas. Allo studio delle lingue greca e latina congiunge egli poscia ancora quello dell’ebraica, della caldaica e dell’arabica. Ma quello studio all’ingegno di Giovanni divenne dannoso. Perciocchè abbattutosi in un impostore che gli diede a vedere sessanta codici ebraici, e gli persuase eli1 essi fossero stati composti per ordine di Esdra, e che contenessero i più reconditi misteri della religione e della filosofia, egli giovane ancora inesperto gli comperò a gran prezzo, come egli stesso racconta (in Apologia, p. 123 Op.) Eran questi que’ libri che diceansi della Cabala, nome che presso gli Ebrei significa tradizione, e con cui essi si nominavano appunto, perchè credeasi che per comando di Esdra si fossero registrati in essi tutti i più venerandi arcani da’ maggiori per tradizion ricevuti. Di cotai libri non debbo io qui trattare più a lungo, e si può vedere ciò che diffusamente ne ragiona il Bruckero (Hist. crit. Philos. t. 2, p. 916, ec.), ed altri autori da lui citati. Allo studio di essi, il cui catalogo si può vedere presso il Wolfio (ad calcetti l. 1 bibl. hebr.). si rivolse Giovanni con incedibile ardore, e considerandoli come altrettanti oracoli, non perdonò a diligenza per intenderne il senso.