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PRIMO 3l) qualunque virtù a lui si potesse paragonare. Questo elogio, benchè scritto dopo la morte di Leonello, potrebbe però forse sembrare dettato da adulazione, perchè uscito dalla penna di un suddito de’ marchesi di Ferrara. Il che pure potrebbe dirsi dell’orazion funebre che ne recitò il suo maestro Guarino, non mai uscita in luce, ma citata dal Cardinal Querini (Diatr. ad Epist. Barbar. p. $372), in cui ne fa un simile elogio, dicendo , fra f altre cose, che nelle sue lettere e nelle sue orazioni scriveva in modo, che assai dappresso accostavasi alla eleganza degli antichi scrittori. Ma non ci mancano più altre pruove a conferma di ciò che da essi si dice. Abbiamo una lettera scritta a Leonello da Poggio fiorentino (inter ejus Op. p. 344? ed Basil. 1538), nella quale con lui si rallegra* per-* che vada sì felicemente avanzandosi ne’ buoni studj, che serva di stimolo a’ più infingardi. e lo esorta a continuar con coraggio nella bene intrapresa carriera. Piena parimenti di elogi è una lettera che il Filelfo gli scrive a’' 28 di luglio del 1449 (l.6, ep. 64), ringraziandolo del cortese invito che Leonello aveangli fatto di venirsene alla sua corte, benchè per le circostanze de’ tempi si scusi dall’accettarlo. Nè diverse son le espressioni che usa con lui Francesco Barbaro in una lettera scrittagli, quando Leonello salì sul trono (ep. 84)• Le stesse lettere di Leonello, delle quali una ne abbiamo al sopraddetto Francesco Barbaro (ep. 85), una ad Ambrogio camaldolese (Ambr. camald. Epist. l. 24 , ep. 18), e quelle non poche scritte a lui dal suo maestro Guarino, e pubblicate dal P. Pez