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SECONDO 5a5 muncmente si crede, nell’anno 1369, ma nel precedente. Falso è ciò che alcuni de’ suddetti scrittori affermano, ch’ei venisse in Italia a’ tempi di Eugenio IV. Egli eravi certamente fin verso il 1420, cioè verso il tempo in cui Francesco Filelfo partì per la Grecia, come a suo luogo vedremo. Tra le Lettere di Francesco Barbaro una ne abbiamo a Pietro Tommasi, in cui dopo averlo ringraziato della cortese accoglienza che fatta avea a Giorgio Cretese suo famigliare, il qual è appunto il nostro Giorgio, lo prega di adoperarsi presso i Vicentini, ut ipse docto ac diserto Philelpho sufficiatur, postquam istinc discedet, ut in Graecam terram transmigret (ep.16). Anzi già da qualche anno prima dovea Giorgio esser tra noi; perciocchè Guarino da Verona, in una invettiva inedita contro del medesimo Giorgio, citata dal Zeno, si vanta di essergli stato maestro nella lingua latina , e Giorgio nella sua risposta confessa di averlo avuto a maestro, ma sol per due mesi, e di dovere quanto sapeva in tal lingua a Vittorino da Feltre, il qual vedremo altrove che verso questo tempo appunto trattenevasi in Padova. In questa città ei conobbe il suddetto Filelfo, e si strinse con lui in costante amicizia, come questi racconta (Epist. l. 25). Il Tommasi rispondendo al Barbaro, gli promette (l.cit.p. 17) di adoperarsi nell’ottenere ciò che gli chiede. E in fatti fu Giorgio chiamato da Vicenza, e destinato a pubblico professore. Guarino nella sopraccitata Invettiva gli rinfaccia che erasi ivi renduto così spregevole, che con fischiate ne era