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38 LIBRO belle arti, e nelle leggi, nella poesia, nell1 eloquenza, nella filosofia egregiamente istruito. Rammenta l’impegno con cui il marchese Niccolò trasse alla sua corte Guarino per dargli ad istruir nelle lettere questo suo figlio, e i lieti progressi che sotto un tal maestro egli fece, per cui due belle e sommamente applaudite orazioni ei recitò pubblicamente , una all1 imperadore Sigismondo (*), quando fu da lui creato cavaliere, l’altra innanzi al pontefice Eugenio IV, che per essa donogli un cappello tutto ornato d’oro e di gemme. Quindi passa a descrivere ciò ch’egli fece nel suo governo a pro delle lettere, l’università di Ferrara da lui rinnovata, i celebri professori chiamati ad essa da ogni parte d’Italia, l’occuparsi ch’egli faceva ne’ più serii studi ogni- 1 qualvolta rimanevagli qualche ora libera dalle pubbliche cure, i discorsi eruditi ch’ei godeva di udir sulla mensa, e nell’ore in cui andava a diporto ne’ domestici orti, c conchinde di-. cendo che fra tutti i principi Estensi niuno eravi stato ancora, che nella pietà, nella giustizia e in (*) L’orazione detta da Leonello df Este all’impera-* jl dor Sigismondo nell’anno 1433, it stata pubblicata «lai | P. abate MiltarelM, insieme con una lettera ad esso i scritta da Apollonio Bianchi dell’Ordine «le’ Minori (UiU. • AI SS. S. Michael., Veti. p. 665, ec.). Ma questa ora-B zione ci fa «conoscere che sono esagerate alquanto le i lodi che dagli scrittori di que’ tempi si danno all1 eie- i ganza dello stile di Leonello. Deesi però correggere ciò che afferma l’erudito editore, cioè che Leonello, tiglio naturale di IViccolò, sali al trono, escludendone il suo fratcl legittimo Borso. Questi non era legittimo più di Leonello , e il legittimo era Ercole, che dopo Leonello e Borso fu signore e duca di Ferrara.