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SECOXDO 5^I poi da Sigismondo Pan dolio Malatesta signor di Itimini trasportato a questa città fanno 147^, ed ivi onorevolmente sepolto (V. il Tempio di S. Francesco di Ri mi ni 1 Misceli, di Lucca t. 5, p. 120). Teodoro Gaza ancora vi si intromise, e con un suo libro , che pur conservandosi manoscritto, impugnò le opinioni di Platone e di Gemisto. Ma poiché questi fu uomo più per gli studj dell’amena letteratura che pe’ filosofici illustre t. di lui ci riserbiamo a parlare altrove più stesamente. Più distinta menzione dobbiam qui fare di due altri Greci che entrarono in questa contesa, e che, pel lungo lor soggiorno in Italia. meritan di avere luogo ne’ fasti dell’Italiana letteratura. Essi sono il celebre Cardinal Bessarione e Giorgio da Trabisonda, il primo difensor di Platone, f Aristotele il secondo. Il nome e la vita del Bessarione son troppo noti, perchè dobbiam (qui trattenerci a parlarne distesamente. Nato in Trabisonda nel 1395, e inviato a Costantinopoli per gli studj, vi ebbe a suoi maestri i più dotti tra’ Greci che allor vivessero. Passato poscia alla Morea, vi udì, come si è detto, Giorgio Gemisto, di cui ereditò la stima e la venerazion per Platone. La fama a cui pel suo ingegno egli era salito, il fece scegliere tra’ teologi che dovean recarsi al concilio per la riunione de’ Greci, e fu al tempo medesimo ordinato arcivescovo di Nicea. In quella grande adunanza ei sostenne dapprima le opinioni de’ suoi j ma, uomo com’egli era di vivace ingegno insieme e di animo retto e amante del vero, non sì tosto conobbe l’errore, che lo