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5 18 LIBRO de’ suoi libri era già pubblicata, parte stava per pubblicarsi, preso da improvviso furore si gittò precipitosamente in un pozzo, e vi rimase affogato (De Infelic. literat p. 43)•

XII. Se f Argiropulo illustrò la dottrina eie opei’e d’Aristotele, non prese però le armi o per difenderle, o per opugnar le contrarie. Ad altri greci filosofi era riserbato 1 eccitare su questo argomento in Italia una ostinata contesa. in cui essi fecer conoscere che nel mordersi e nel lacerarsi l’un l’altro non cedevan punto agli Italiani. Giorgio Gemisto, detto ancora Pletone, fu il primo a dare il segno della battaglia; non già perchè egli il primo, come altri hanno scritto, additasse agli Italiani le opere di Platone, perciocchè abbiamo veduto che esse eran notissime al Petrarca e ad altri filosofi nel secolo precedente; ma perchè egli prima di ogni altro avvisò di porre a confronto tra loro Aristotele e Platone, e di dare al secondo la preferenza. Di lui fra gli altri hanno scritto con diligenza Leone Allacci nella sua diatriba de Georgiis ristampata dal Fabricio (l. c. p. 789) e 1' Oudin (De Script, eccl. t. 3, p. 2348 , ec.) e il Bruckero (Hist crit. Philos. t. 4, p 41 * cc-)- P^o tempo ei fu in Italia; ed io perciò ne parlerò brevemente, accennando solo la parte eli1 egli ebbe nel promuovere lo studio della filosofia platonica. Era egli stato in Grecia maestro del celebre Cardinal Bessarione, che a tal fine erasi trasportato nella Morea, ove Giorgio abitava (Platina Paneg. card. Bessar.); e forse a questo dotto prelato, che intanto era stato eletto arcivescovo di Nicea, ci