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36 LIBRO e uscite alla luce, che sono, oltre alla suddetta orazione, molte lettere latine, altre unite insieme , altre sparse in diverse raccolte; e di quelle ancora che o rimangono manoscritte, o sono perite. Essi ancora han confutato l’errore di chi ha asserito eli’ ci fosse uno de’ primi a raccogliere antichità, e che da ciò gli venisse il soprannome d’Antiquario, il qual fu veramente nome di famiglia. Vili. I quattro principi Estensi che nel corso di questo secolo signoreggiaron Ferrara e le altre città ricevute in retaggio da’ loro maggiori, n’ereditaron non meno lo spirito di munificenza e di liberalità verso le lettere e i loro coltivatori, che fin dagli scorsi secoli renduta avea quella corte il più luminoso teatro su cui essi venissero a far pompa de’ loro talenti. Quando il marchese Niccolò III entrò ancora fanciullo al governo di quegli Stati, il Consiglio della Reggenza soppresse l’università poc’anzi aperta dal marchese Alberto. Ma non sì tosto Niccolò prese a governare per se medesimo, che determinossi di riaprirla, e l’eseguì l’anno 1402, come nel capo seguente vedremo, ove rammenteremo ancora un’altra università da lui fondata in Parma, mentre n’era signore. Che se le vicende de’ tempi, e le guerre in cui egli fu continuamente occupato, non gli permisero di condurre la sua università di Ferrara a quel nome cui poscia ottenne sotto i principi che gli succederono, non lasciò egli perciò d’invitare alla sua corte uomini dotti, e di ricolmarli d’onori. Dovremo vedere altrove, che Guarino veronese fu da lui chiamato a Ferrara per istruir nelle