Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 1, Classici italiani, 1824, VII.djvu/514

4)8 LIBRO p. 102) che ranno i407 CI hi da essa condotto a tenere scuola di filosofia coll1 annuo stipendio di 215 ducati, e che negli Atti del 1411 egli è detto famosissimus omnium liberalium Artium Doctor et Monarcha; ma aggiugne che ciò non ostante nell’ottobre dello stesso anno, sembrando egli poco opportuno ad insegnare, e non avendo chi concorresse ad udirlo, fu congedato. Mentre il Pelacane trattenevasi in Padova, accadde ciò che racconta Francesco Prendilacqua nella elegante Vita di V iltorino da Feltro, da noi mentovata altre volte. Questi ò T unico autore contemporaneo che ci ragioni alquanto a lungo del Pelacane, e ci dia una giusta idea del sapere insieme e de’ vizj di questo filosofo, e questo passo perciò merita di essere qui recato nella volgar nostra lingua. Era a que’ tempi in Padova, dice egli (Vita ì ict. Feltr. p. 40), Biagio Pelacane uomo insignemente avaro , ma celebre e allor (quasi solo nella scienza delle matematiche, il quale per amor di guadagno facea privatamente scuola in una sua casa. Vittorino essendosi a lui recato , e avendo veduto che senza denaro non sarebbe stato istruito, sdegnato per V asprezza e per V insolenza di Biagio, determinò di apprenderla da se medesimo, e tanto potè col suo ingegno, e tanto colla sua diligenza si avanzò in essa leggendo, e meditando continuamente, che senza aiuto d alcuno ne divenne dottissimo. Il che essendo stato riferito al Pelacane , perciocchè celebre era già allor i il nome di Vittorino, dicesi di egli se ne affliggesse non poco, o per invidia al vederlo più