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SECONDO 48* XXXvm. A questo luogo appartiene per ultimo un’opera di Bonifazio Simonetta da lui intitolata: De Christianaefidei et Romanorum Pontijìcwn pcrsecutionibus 1 e stampata in Milano nel 149Belle e copiose notizie intorno a questo scrittore ci ha date l’eruditissimo dottor Sassi (Hist Typogr. mediol p. 343, ec.), e dopo lui l’Argelati (Bibl. Script, mediol. t. 2 , pars 2, p. 2160). Egli era nipote del celebre Cicco Simonetta e di Giovanni lo storico di lui fratello. Nato nella Puglia, mentre ancora fanciullo tragitta il mare per andarsene a Venezia , fu fatto prigion da’ corsari, dalle cui mani fu liberato per opera di un altro suo zio di nome Antonio, che allora era in magistrato in Ancona. Entrò nell’Ordine cisterciense, e sì per l’auge in cui era allora la sua famiglia in Milano , sì pe’ suoi meriti stessi, per opera del duca Francesco Sforza ottenne la badia di S. Stefano del Corno nella diocesi di Lodi. Nella rivoluzione sì funesta a Cicco suo zio e alla sua famiglia, ritirossi Bonifazio a Roma, ove fu onorevolmente ricevuto dal Cardinal Giambattista Cibo, che fu poi papa Innocenzo VIII. Un’altra sventura gli si aggiunse al tempo medesimo , perciocchè il Po alzandosi furiosamente innondò per modo i terreni e le case della sua badia, che rovinolla quasi da1 fuuslorico Giovanni Simonetta, che dal Patrizi Iti stesa, c die voleva stamparsi, ma rimase inedita, per opera «lei segretario ducale Bartolommeo Calchi (Degli Archiatri puntif. l. 2, p. iti5). Tiraboschi , Voi VII.