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SECONlìO 473 tifine, che assai l’amava, ma ancor tutta Roma. Ma degno d’essere letto è il passo con cui lo stesso scrittore descrive l’anniversario che l’anno seguente gli fu celebrato in Roma, non però nel dì della morte, ma, non so per qual ragione, a’ 18 d’aprile. Ecco recato nella volgar nostra lingua ciò ch ei ne dice (l. cit.p. 171): Si celebrò l’anniversario del Platina giovedì al 18 del detto mese (d’aprile) nella basilica di Santa Maria Maggiore per ordine di Demetrio da Lucca allievo del medesimo Platina, e vi intervennero invitati quasi tutti gli eruditi, tra’ quali alcuni prelati, altri perchè già amici del Platina, altri perchè bramosi di far cosa grata a Demetrio. Celebrò la messa t. eruditissimo padre... vescovo di Venti mi glia dell’Ordine di S. Agostino (a), c terminata essa, e. finite le cerimonie , che si costumano intorno al sepolcro, arso V incenso, sparsa l'acqua benedetta , c deposte le vesti sacre, Pomponio romano capo della società letteraria, e uomo dottissimo, salì sul pulpito della basilica, c recitò l'orazion funebre in lode del defunto; la qual poscia ci pubblicò più elegante ancora, che non aveala detta. Dopo lui recitò dallo stesso pulpito un’elegia Astreo da Perugia poeta , di cui fu assai lodata l’azione, c i versi (a) O è guasto il testo r!cl Volterrano pubblicato dal Muratori, o lo tradì la memoria nello scrivere questo passo: perciocchè è certo che allora era vescovo di Ventimiglia non un Agostiniano, ma un Domenicano, cioè Gin 111 batista dal Giudice del Finale di.Genova; di cui fanno menzione l’Ughelli e i PP. Quetif ed Echard.