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472 LIBRO 10 scioglimento da lui ordinalo del suddetto collegio, sì per la tempesta che contro l’Accademia romana, di cui il Platina era membro , si sollevò (a). Abbiamo detto ancora dell1 onorevol compenso de’ mali sofferti , che diede al Platina il pontefice Sisto IV, col dargli di che vivere agiatamente, e col nominarlo custode della biblioteca Vaticana, la qual carica egli tenne dal i (70 fino al 14di, in cui finì di vivere, contando , come si afferma dal suddetto Raiaello Volterrano, sessantanni li eia. Jacopo Volterrano, nel suo Diario pubblicato dal Muratori, racconta di se medesimo (Script. Rcr. ital. co/, a3 , p. 144) dm in nn suo viaggio ei giunse a Piadena nel giorno stesso de’ 21 di settembre del detto anno, in cui il Platina morì in Roma*, e aggiugne die di tal morte fu assai dolente non solo il pollai 3V«*1 parlare delle vicende del Platina nel libro precedente doveasi avvertire che quanto egli ebbe a dolersi di Vianesio Albergati castellano di S. Angelo nel tempo della prima sua prigionia, altrettanto ebbe a compiacersi nella seconda di trovare a lui succeduto il detto Rodrigo Sancio di Arevalo vescovo di Calahorra. Era egli uomo dottissimo , e gran protettore de’ letterati in Roma, come si raccoglie dall-1 elogio che ne fa Niccolò Antonio (Bibl. hisp. vet. s 2 , p. 1941 (.) , il quale ne annovera anche tutte le opere. Molte lettere amichevoli corsero allora tra lui e il Platina, mentre questi col primo sfogavasi sulla infelice sua condizione, e quegli studiavasi di consolarlo con argomenti presi dalla religione e dalla filosofia. Esse non sono state pubblicate dal detto P. Vairani insieme colla Disputa tra lui e il Platina sulla preferenza tra la guerra e la pace111 cui l’Arevalo vuol che si preferisca la prima, il Platina la seconda (Cremonen. Monum, p. 4^, cc.).