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4f.( LIBRO entro i confini di tradurre, e alle Vite ch’ei recò in lingua italiana, ne aggiunse parecchie da lui medesimo scritte, come quelle di S. Parisio, di Santa Caterina da Siena, e di S. Niccolò da Tolentino, di S. Lorenzo Giustiniano, e alcune cose attenenti al culto de’ Santi venerati in Venezia. Nello stesso argomento si esercitò , non già come semplice traduttore, ma come laborioso compilatore, Antonio Agli fiorentino, uomo assai dotto a que’ tempi, e amico singolarmente, come dalle lettere lor si raccoglie, di Girolamo Agliotti (l. 6, ep. (65), di Marsiglio Ficino (ejusd. ()Op. p. 660,729) e del cardinale Jacopo degli Ammanati (ep. 14, 20, 325). Egli ebbe l’onore di aver a suo scolaro il Cardinal Pietro Barbo, nipote di Eugenio IV e poi papa egli stesso col nome di Paolo II, da cui, dopo altre dignità ecclesiastiche da lui sostenute, fu fatto nel 1466 vescovo di Fiesole, e poi di Volterra nel 1470: ^ ultimo vescovado tenne fino alla morte , cioè fino al 1477. Di lui e di alcune opere da esso composte, niuna delle quali si ha alle stampe, parla il co. Mazzuchelli (Scritt. ital. t. 1, par. 1, p. 185, ec.), che cita ancora altri scrittori i quali ragionano di questo dotto prelato. Io ne accennerò solamente le Vite de’ Santi, ch’egli avea già cominciate essendo semplice prete in Firenze, ma atterrito dalla difficoltà dell’impresa , avea interrotto il lavoro, finchè il pontefice Niccolò V lo animò a compirlo. Il codice delle Vite da lui compilate conservasi nella Vaticana , e ne ragiona fra gli altri l’eruditissimo monsig. Domenico Giorgi (Vit. Nicol. V, p. iy8).