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SECONDO 4()3 in cui fu fatta la prima edizione, e sol due mesi più tardi, senza data di luogo, e senza nome di stampatore. È vero ancora che rozza e poco felice è la traduzion del Malerbi; ma di ciò non è a stupire in un tempo in cui la lingua italiana era assai trascurata. Le molte edizioni però, che nel corso di non molti anni ne furono fatte, ci mostrano clic ella fu avuta allora in gran pregio. Intorno alle quali cose si veggano i sopraccitati scrittori che ne ragionano più ampiamente, e rigettano ancora l’errore di chi ha affermato che F. Jacopo di Voragine ossia da Varaggio, di cui abbiamo altrove parlato, avesse fin dal secolo XIII composta una traduzion somigliante.

XXXI. Il ragionar del Malerbi ci conduce naturalmente agli scrittori di storia ecclesiastica, perciocchè in questo argomento ancora egli esercitò la sua diligenza e ’l suo stile. Lascio la Cronaca inedita, e forse ancora perduta, del monastero di S. Mattia di Murano, che si accenna dal ch. Foscarini (Letterat. venez. p. 170), ma di cui non dicon parola gli Annalisti camaldolesi. Questi invece rammentano (l. cit) la traduzione delle Vite de’ Santi, ch’ei pubblicò in Venezia nell’anno 1475 colle stampe di Niccolò Jenson (a) , c di queste parla ancora il Foscarini, che aveane un bell1 esemplare in pergamena (l. cit. p. 357). Ma egli non si ristrinse (n) L’originale che il Malerbi prese comunemente a tradurre, fu quello di Jacopo da Voragine, da noi rammentato nel tomo IV. Alcune Vite però furon da lui ricavate da quelle di Pier de’ Natali.