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PRIMO 3 i si possono consultare, ha provato che, s’egli per all ri riguardi lasciò di se stesso odiosa e spiacevol memoria, nella lode di splendido mecenate della letteratura non fu inferiore ad alcuno. Il concorrere che a lui avevano uomini eruditi da ogni parte d' Italia , siculi d'esserne accolti con grande onore e premiati con ampia munificenza *, i famosi architetti e pittori da lui chiamati a Milano, e fra gli altri il Bramante e il Vincij la magnifica fabbrica dell’università di Pavia da lui innalzata, e i privilegi alla medesima conceduti; le scuole d’ogni maniera di scienze da lui aperte in Milano, ei dottissimi professori da lui a tal fine invitati, come Demetrio Calcondila, Giorgio Merula, Alessandro Minuziano, e più altri j le lettere piene di elogi a lui scritte da molti nell1 atto ili offrirgli le loro opere, ed altri simili monumenti, dal sopraddetto dottissimo scrittore raccolti, ci formano in questo genere un carattere sì vantaggioso del Moro, che, se altro non ne sapessimo, ei dovrebbe aversi in conto di un de’ migliori principi che mai vivessero. Ciò che è ancora più degno di maraviglia, si è che Lodovico in mezzo a’ gravissimi affari non lasciava passare alcun giorno in cui qualche tempo non desse a coltivare quegli studj ei medesimo, che tanto favoriva in altrui. Di ciò ci assicura Filippo Beroaldo , che in un’orazione penegirica da lui recitata a Lodovico, e che rammentasi dal medesimo Sassi, il loda, fra le altre cose, perchè ogni giorno voleva udir qualche tratto degli storici antichi , e qualunque particella di tempo gli rimanesse libera dalle pubbliche cure, non