Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 1, Classici italiani, 1824, VII.djvu/455

SECONDO 4^9 lo stesso P. degli Agostini da un’orazione da lui ivi detta, e che conservasi nella Vaticana. A più alto onore fu Domenico sollevato da Niccolò V, il quale nell’anno 1448 il dichiarò vescovo di Torcello. Delle cose da lui in quel vescovado operate si può vedere il ch. senatore Flaminio Cornaro (Eccl. Torcell. t.1 ,p. 38). Callisto III, succeduto a Niccolò nel 1457 , il volle alla sua corte nella carica di referendario. Trovossi presente al concilio di Mantova con Pio II, nella (qual occasione ei difese con felice successo i diritti de’ vescovi contro i protonotarj apostolici, che pretendevan di precedere a’ primi. Adoperato poscia dallo stesso pontefice in rilevanti affari e nella disputa or or mentovata, fra le altre commissioni di cui egli fu onorato, vi ebbe quella di andar nuncio del papa alla corte di Federigo III, del re d’Ungheria, e d’altri principi per pacificarli tra loro, affine di unirne insieme le forze contro de’ Turchi. E a Domenico venne fatto di stabilir fra essi la pace, e insieme egli ottenne presso Federigo tal grazia, che questi cercò poscia ogni occasione di giovargli. Nè meno caro egli fu a Paolo II, da cui l’anno 1fu fatto suo vicario in Roma,* c poscia due mesi appresso trasferito al vescovado di Brescia, benchè per due anni ancora il tenesse a’ suoi fianchi*, talchè solo nel 1466 potè egli recarsi al governo della sua chiesa. Saggiamente la resse Domenico fino al 1478, in cui finì di vivere) ma le diverse commissioni di cui fu onorato, il costrinsero a starne spesso e per lungo tempo