Il qual racconto non è sembrato abbastanza
fondato ad Apostolo Zeno (Diss. voss. t. 2 ,
p. 163), perchè non ne ha trovata memoria
che presso il Ciaconio. Ma ne avrebbe forse
pensato diversamente , se l’avesse veduto ancora nel sopraddetto Diario. Forse però potè
avvenire che l’invidia di qualche nimico di
Ambrogio avesse non piccola parte nell1 accusa
a lui data presso il pontefice. Poco altro si ha
alle stampe di questo scrittore oltre l’opera già
mentovata, a cui vanno congiunte alcune altre
intorno la vita e la regola di S. Agostino e la
Storia del suo Ordine. Ma molte son quelle che
si conservano manoscritte. Il Fabricio, seguendo
gli scrittori dell’Ordine agostiniano, le annovera
(li ibi. med. et inf. Latin, t. 1, p. 85), e molte ne
veggiamo tra esse di argomento teologico. Più
pregevoli ancora, e degne di venir pubblicate
dovrebber essere quella degli Inventori dell1 Arti,
oltre più altre filosofiche, matematiche e di altri
generi. Il Venia, nella lettera da noi già citata,
fa egli pure menzione delle opere che Ambrogio
avea fin:“Mora composte, e tra esse ne annovera
alcune che dagli altri scrittori sono state omesse. E ciò basti intorno a’ teologi agostiniani
di questo secolo, a’ quali però più altri si potrebbon aggiugnere, che dagli scrittori dell1 Ordine loro son nominati con molta lode, come
Giovanni Dati da Imola, che secondo essi fu
eletto vescovo della sua patria, benchè non
sembri che ne abbia preso il possesso •, Cristofano di Paolo bolognese, Paolo da Roma,
Niccola Palmieri siciliano, e più altri Ma io
son costretto a passar questi e più altri teologi