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primo ag aveane ricevuti, dicendo (l, 33, p. 31) che più volte gli avea fatti diversi doni, e fornito avealo di denaro; e che di fresco avendo saputo trovarsi lui in grave penuria, perchè non gli veniva pagato il consueto stipendio, aveagli mandata in dono gran copia di vino e di grano; e quindi aggiugne che non vi è alcuno ormai che da Cicco non sia favorito, amato e ricolmo di beneficj. Veggiamo in fatti che a lui Buonaccorso da Pisa dedicò parecchi suoi libri, a lui Bonino Mombrizio la sue Vite de’ Santi, a lui Antonio Cornazzani, Girolamo Visconti domenicano e Paolo Morosini alcune loro opere, e tutti nelle lettere ad esse prefisse esaltano con sommi encomj l’impegno di Cicco nel ravvivare gli studj. Nè era egli soltanto protettore de’ dotti, ma saggio giudice ancora del loro merito e del loro sapere. Il Sassi e l’Argelati, dai quali io traggo singolarmente queste notizie, rammentano (Hist Typogr. p. 164, ec.; lì ibi. Script mediol. t. 2, pars 2, p. 2163) alcune lettere inedite di Pier Candido Decembrio, che conservansi nell’Ambrosiana di Milano , molte delle quali sono dirette a Cicco, cui il Decembrio chiama sempre dottissimo uomo; e in esse veggiamo che lo stesso Decembrio solea spesso mandargli le sue opere, perchè Cicco attentamente le esaminasse e le correggesse; e inviandogli, fra le altre, alcuni libri tradotti dal greco, gli dice che, uomo con11 egli era versatissimo in quella lingua, ne dia un sincero giudizio. Anzi essendo insorta una letteraria contesa fra lui e il Filelfo, ne fu rimesso di comun consenso il giudizio al medesimo Cicco. Ma quest’uomo sì